Author: Francesca Basso
Data : 2022-11-07 21:47:26
Dominio: www.corriere.it
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Il monito della Commissione europea: gli Stati membri hanno il dovere morale e legale di salvare le vite in mare
BRUXELLES I toni sono pacati e sono affidati alla portavoce della Commissione Ue che si occupa di Affari interni e migrazione, Anitta Hipper, ma il contenuto non lascia dubbi anche quando risponde sugli sbarchi dell’Italia, concessi a minori, donne e fragili: l’esecutivo accoglie «con favore» che domenica siano stati fatti scendere a terra circa 500 migranti «con l’Italia che ha permesso lo sbarco delle persone vulnerabili» ma «esiste un dovere e una competenza che spetta agli Stati membri. Chiediamo a tutti gli Stati membri di salvare vite umane e di garantire che assumano i loro obblighi legali per assicurare che le persone in pericolo vengano salvate». L’invito all’Italia c’è ma non è diretto. Hipper ricorda poi che «la Commissione non è responsabile del coordinamento delle operazioni in mare né di scegliere il porto di sbarco».
Per l’esecutivo comunitario il diritto internazionale è chiaro: «Esiste un dovere sia morale che legale di salvare vite a prescindere dalle circostanze che hanno portato le persone a una situazione di emergenza in mare» e aggiunge che «nelle norme internazionali dovrebbe essere fatto ogni sforzo per garantire che il tempo sia ridotto al minimo per le persone che rimangono a bordo di queste navi e la consegna in un luogo sicuro dovrebbe tenere conto anche delle circostanze particolari del caso». Inoltre aggiunge che «ogni caso è diverso ma incoraggiamo tutte le autorità a collaborare in modo da agevolare lo sbarco». Invitata a intervenire sulle parole di papa Francesco — che ha detto che «l’Unione Europea deve fare una politica di collaborazione e aiuto, non può lasciare a Cipro, Grecia, Italia e Spagna la responsabilità di tutti i migranti per mare» — la Commissione non ha commentato, come spesso accade in questi casi, ma ha ricordato che «l’Ue fornisce un supporto concreto all’Italia nella gestione della migrazione. Nell’ambito del nuovo meccanismo volontario di solidarietà, la Commissione sostiene i trasferimenti di ricollocamento, in collaborazione con le autorità nazionali e insieme all’Agenzia dell’Ue per l’asilo e all’Organizzazione internazionale per le migrazioni». Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto che al consiglio Affari esteri del 14 novembre andrà «a dire che l’Italia deve avere il sostegno dell’Europa perché la questione immigrazione è una grande questione che deve essere risolta a livello comunitario».
Lo sforzo da parte di Bruxelles è di non andare allo scontro con il governo italiano, tanto più che la titolare agli Affari interni, la commissaria Ylva Johansson, non ha avuto ancora occasione di incontrare o parlare con il ministro Matteo Piantedosi perché impegnata in diverse missioni all’estero che si concluderanno con il G7 dei ministri degli Interni in Asia la prossima settimana. Resta il nodo delle richieste d’asilo da parte dei migranti sulle navi delle Ong. Per il ministro della Giustizia Carlo Nordio «il Trattato di Dublino è chiarissimo: la gestione deve essere fatta dallo Stato di primo accesso. E se una nave straniera in acque internazionali accoglie dei migranti, lo Stato di primo accesso è quello di bandiera di quella nave». Ma in Europa non sono tutti d’accordo.
7 novembre 2022 (modifica il 7 novembre 2022 | 22:46)
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